Sanità e Bilanci in Rosso: Le Regioni Aumentano le Addizionali IRPEF
Negli ultimi anni, diverse regioni italiane hanno dovuto affrontare gravi disavanzi nel settore sanitario, portando all’adozione di misure fiscali per riequilibrare i conti. Regioni come Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Liguria e Molise hanno già aumentato le addizionali IRPEF, mentre di recente anche Abruzzo, Umbria ed Emilia-Romagna hanno annunciato rincari simili.
Abruzzo: una manovra “equa e responsabile”
In Abruzzo, il disavanzo sanitario ha raggiunto circa 81 milioni di euro, principalmente a causa dell’aumento dei costi del personale, che nel 2024 ha toccato i 941 milioni di euro, con un incremento di 43 milioni rispetto all’anno precedente. Per affrontare la situazione, la Giunta regionale ha varato un piano di adeguamento delle aliquote IRPEF per il 2025:
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1,63% per i redditi fino a 28.000 euro
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3,23% per i redditi tra 28.001 e 50.000 euro
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3,33% per i redditi superiori a 50.000 euro
Il presidente Marco Marsilio ha definito la misura “equa e responsabile”, sottolineando che il 70% dei contribuenti non subirà aumenti o pagherà meno tasse rispetto all’anno precedente.
Umbria: nuove aliquote per evitare il commissariamento
Anche in Umbria la situazione finanziaria è critica, con un disavanzo delle aziende sanitarie che ha raggiunto i 243 milioni di euro nel quarto trimestre del 2024. Tuttavia, grazie a interventi mirati, il deficit è stato ridotto a 90 milioni. Per evitare il commissariamento e garantire la continuità dei servizi, la Giunta regionale ha deliberato l’aumento delle addizionali IRPEF, cercando di tutelare le fasce di reddito più basse e mantenere un dialogo con sindacati e amministratori locali.
Toscana: attesa per i fondi dal Governo
La Toscana aveva già aumentato le addizionali IRPEF nel 2023. Il presidente Eugenio Giani ha dichiarato che gli aumenti potranno essere revocati solo quando il Governo centrale restituirà i fondi derivanti dal payback sui dispositivi medici, sottolineando l’urgenza di risorse adeguate per sostenere il sistema sanitario regionale.
L’adozione di queste misure evidenzia le difficoltà economiche che molte regioni italiane stanno affrontando nella gestione della sanità pubblica, spesso costrette a ricorrere a maggiori prelievi fiscali per mantenere i servizi essenziali.